Se il dolore per la morte di una persona cara non ha confini geografici o storici ha senza dubbio un colore, o meglio, molti colori.

La simbologia cromatica del lutto, infatti, affonda il proprio significato nella storia.

Ogni differente cultura che si è sviluppata nel corso del tempo, infatti, ha sempre reso omaggio ai defunti e, per farlo, ha sviluppato tradizioni differenti alcune delle quali durano ancora oggi.

Paramenti funebri, riti e usanze sono spesso uniti da un Leitmotiv cromatico che può esprimere il senso di perdita e di tristezza ma anche la forza vitale della persona che non c’è più.

Il rosso: il colore dell’energia vitale per le celebrazioni del defunto

Nelle popolazioni preistoriche era abitudine dipingere le spoglie dei defunti con pigmenti vegetali di colore rosso.

Probabilmente, insieme al fascino esercitato dal fuoco, ciò si deve al nesso che collega l’esistenza al sangue e al suo colore, quasi che i nostri antenati cercassero di rendere sempre protagonista la vita anche nel momento più buio.

Anche una delle più grandi civiltà della storia ha continuato ad associare il rosso alla morte.

Gli antichi egizi, infatti, tumulavano i defunti con stoffe scarlatte, i loro sarcofagi venivano ricoperti da drappi dello stesso colore e anche i partecipanti ai riti vestivano di rosso. 

Oggi questa tradizione resta viva in India, dove rosse sono le divinità funerarie, gli abiti delle vedove, dei parenti e le tinte con cui viene strofinato il corpo del defunto.

Il nero e il viola: dalla Roma antica all’avvento del Cristianesimo

In Occidente il colore che rappresenta più diffusamente il lutto è sicuramente il nero che si associa spesso al viola, per i paramenti, gli addobbi e gli abiti.

L’usanza di vestirsi di nero nei mesi di lutto ha origini molto antiche, infatti già a Roma si indossavano stole dalle tinte scure ed era vietato vestirsi con capi bianchi durante la celebrazione dei riti funebri.

Anche se oggi la stretta osservanza dell’abito nero durante un funerale o per tutto il periodo del lutto non è più così vincolante, pochi decenni fa si dipingevano le porte delle case, si utilizzavano pesanti tendaggi neri e i capi d’abbigliamento di altro colore ricomparivano nel quotidiano solo man mano che trascorreva il periodo del lutto stretto.

Uno sguardo all’estremo Oriente: il bianco

Sia la Cina che il Giappone associano da sempre il lutto al colore bianco.

Tale usanza è tanto radicata che è vietato confezionare pacchi regalo con carta bianca o utilizzare questo colore durante le festività.

In un mondo globalizzato, però, anche in oriente si sta diffondendo un utilizzo almeno parziale del colore nero.

Uno degli esempi più calzanti, in questo caso, è il Kouden: il sacchetto utilizzato per la raccolta delle offerte durante i riti funebri e che ha, per l’appunto, un nastro bianco e uno nero.

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